DLJF 2000 – VII EDIZIONE

Avigliana, 4 – 9 settembre 2000

Direzione Artistica: Gianni Basso

Coordinamento: Fulvio Albano

Segreteria Organizzativa: Gianfranco Amerio

Nel pieno rispetto della tradizione del festival aviglianese, una precisa scelta tematica ne orienta anche quest’anno il programma, indirizzandolo verso la scoperta del Jazz come arte anche raffinata, che si esprime talvolta con ispirate composizioni ed intelligenti forme di arrangiamento. In sostanza uno sguardo su quegli artisti e su quelle formazioni che provengono dall’esperienza californiana del jazz. La costa occidentale infatti ha da sempre fornito ai musicisti opportunità professionali di maggiore stabilità, in primo luogo per via delle esigenze musicali del cinema di Hollywood, e poi per la vivace attività della radio, della televisione e dell’industria discografica. Così, mentre a New York artisti ed innovazioni si bruciavano con rapidità in un furore creativo e vitale ineguagliabile, ad occidente, in un contesto meno frenetico e più improntato alla riflessione, nascevano formazioni orchestrali di vario tipo nelle quali emergevano e si affermavano raffinati arrangiatori ed eleganti compositori. La California non ha conosciuto i conflittuali processi innovatori dell’industrializzazione della east coast, di Chicago e di Detroit; al contrario ha trovato in Hollywood il centro propulsore della sua vita culturale. I suoi principali artisti si sono attivamente inseriti in questo contesto e lavorano principalmente in studio, come compositori, arrangiatori o “turnisti”. Da ciò deriva un’estetica jazzistica basata prevalentemente sul perfezionamento della forma, per certi versi opposta a quella che si consuma contemporaneamente all’Est. E’ il momento cool del jazz, il momento della riflessione e del massimo sviluppo formale inteso come organizzazione delle strutture; pur senza rinnegare gli aspetti fondamentali della creatività jazzistica, swing, sound ed improvvisazione, ci si cimenta in una musica quasi cameristica, dai sofisticati intrecci polifonici, che rivaluta la scrittura e l’arrangiamento strutturato, ammiccando talvolta persino alla cultura accademica europea.

I californiani Conte Candoli e Carl Fontana rappresentano proprio, per diversi aspetti, la migliore produzione jazz realizzata sulla west coast, con la loro sconfinata attività artistica in proprio, con Stan Kenton, Woody Herman, Shelly Manne, Bill Holman, Gerry Mulligan e con i Supersax. Benny Golson, benchè newyorkese, si distingue nel mondo del jazz contemporaneo per le sue eccezionali doti di compositore, attività che ha svolto per un lungo periodo in California, in collaborazione con le principali compagnie cinematografiche, televisive e radiofoniche. Ad affiancare questi grandi leaders americani sono state scelte formazioni di musicisti europei affermati non solo per le loro qualità di solisti, ma anche e soprattutto per il loro serio lavoro collettivo che si esprime in modo originale, sia per il tipo di organico, sia per il particolare tipo di scrittura nell’arrangiamento e nella composizione. Da sottolineare ancora la partecipazione di Bobby Durham, considerato oggi uno tra i migliori drummers internazionali.

Fulvio Albano

IL PROGRAMMA

(Tutte le sere ingresso libero)

Anteprima

Lunedì 4 settembre 2000, ore 21 Cinema Comunale di Condove

in collaborazione con il Valsusa Filmfest – presentazione della manifestazione e proiezione del film:

Let’s get lost (1988) di Bruce Weber , sulla vita e con la partecipazione di Chet Baker

Martedì 5 settembre 2000 Green Beach, Via Monginevro n.30, Avigliana (lago grande)

Concerto del “Cluzon quartet“.

Mercoledì 6 settembre 2000 Nord-Nord-Ovest Cafè, Via Monginevro n. 26, Avigliana (lago grande)

Concerto del quartetto “Limanski-De Lotto-Benincasa-Bruno

Giovedì 7 settembre 2000, ore 21,30 Avigliana, piazza Conte Rosso, Piazzale della Pretura

The ITALIAN SAX ENSEMBLE special guest TOM KIRKPATRICK (USA-Italia)

(come previsto il trombettista Conte Candoli, affaticato da una estenuante tournée sarà sostituito da Tom Kirkpatrick)

ITALIAN SAX ENSEMBLE Claudio Chiara – alto sax, Valerio Signetto – alto sax, Fulvio Albano – tenor sax, Gianfranco Amerio – tenor sax, Nicola Tonso – baritone sax Andrea Pozza – piano, Nicola Muresu – bass, Alessandro Minetto – drums

Tom Kirkpatrick è il musicista della generazione successiva a quella di Conte Candoli che più riflette quello stile e quell’impostazione artistica. Cinquantenne nativo di Springfield, Kirkpatrick si è diplomato alla Julliard School of Music ed ha subito incontrato Chet Baker, con il quale ha collaborato maturando uno stile lirico e spontaneamente creativo. A New York ha collaborato a lungo con Lou Donaldson ed è entrato nella Charlie Parker Memorial Band diretta da Walter Bishop. Numerose sono le incisioni a fianco dei suddetti musicisti, completate da un disco con il pianista Michael Weiss. Tom è oggi considerato come uno tra I migliori trombettisti americani della sua generazione, solista particolarmente apprezzato per fraseggio, swing ed intonazione, ispirato appunto dallo stile di Chet Baker, di Conte Candoli ed in modo particolare di Kenny Dorham. In questo concerto, Kirkpatrick si esibisce come special guest dell’ ITALIAN SAXES ENSEMBLE, formazione che si ispira al modello californiano dei Supersax, elaborando arrangiamenti originali da brani ed assoli dei giganti del jazz per la sezione dei cinque saxofoni più sezione ritmica.

Venerdì 8 settembre 2000, ore 21,30 Avigliana, piazza Conte Rosso, Cortile della Pretura

TROMBONE SUMMIT with SLIDE HAMPTON (USA-Svizzera-Italia)

SLIDE HAMPTON – trombone leader

Danilo Moccia – trombone

Luca Begonia – trombone Rossano Sportiello – piano

Luciano Milanese – bass

Stefano Bagnoli – drums

A sostituire il previsto Carl Fontana, impossibilitato ad essere presente al festical a causa di motivi di salute, abbiamo il grande piacere di presentare uno tra i massimi trombonisti ed arrangiatori del Jazz, SLIDE HAMPTON. Nato a Pittsburg e cresciuto ad Indianapolis in un ambiente musicale ( suo padre dirigeva una band familiare), è entrato precocemente in contatto con grandi come J.J.Johnson e Wes Montgomery.All’età di 20 anni ha iniziato a suonare nelle bands dirette da Dizzy Gillespie, Art Blakey, Barry Harris, Max Roach, Maynard Ferguson e Thad Jones/Mel Lewis, sviluppando contemporaneamente il suo talento di compositore e arrangiatore. Nel 1962, ha formato lo Slide Hampton OCtet, comprendente Booker Litcle, Freddie Hubbard e George Coleman. Il gruppo ha effettuato numerosi tour, perticolarmente in Europa. registrando con diverse case discografiche, incluse Atlantic e Columbia. Nel 1968. a seguito di una tournèe con Woody Herman, ha deciso di fermarsi in Europa ed è apparso nei maggiori clubs e festivals insieme ad altri musicisti americani residenti nel Vecchio Continente, come Kenny Clarke, Dexter Gordon, Art Farmer, Kenny Drew e Benny BaiIey, lavorando altresì a progetti radiotelevisivi. Ritornato negli Stati Uniti nel 1972, ha ricominciato a scrivere, arrangiare, suonare ed insegnare. L’esplosivo “Slide Hampton and His World ofTrombones”. comprendente ben nove tromboni in una sola sezione è stato purtroppo di breve durata a dispetto di una critica entusiasta dei suoi concerti e registrazioni. Ha continuato a lavorare in quartetto, quintetto e come solista. iniziando a dedicare più tempo per l’insegnamento; attualmente è uno dei più apprezzati insegnanti della comunità jazz americana. Nel 1988, Hampton è diventato membro fondatore, e nel 1989 direttore musicale (con Paquito D’Rivera), della Dizzy Gillespie Grammy-Award winning United Nation Orchestra, con la quale è rimasto fino al 1992. Nel frattempo, nel 1990, aveva collaborato con Giflespie come arrangiatore/direttore del primo lavoro del maestro per un film: “Inverno a Lisbona”. Nel 1992 è stato chiesto ad Hampton di collaborare come direttore musicale al “Dizzy Diamond Jubilee”, celebrazioni svoltesi nell’arco di un anno per onorare il settantacinquesimo compleanno del Grande Maestro. Attualmente è arrangiatore ufficiale della “Carnegie Hall Orchestra” di New York. Slide si esibisce in questo festival presentando un vasto repertorio di brani standards ed originali su arrangiamenti suoi e dell’elvetico Danilo Moccia.

Sabato 9 settembre 2000, ore 21,30Avigliana, piazza Conte Rosso, Cortile della Pretura

BENNY GOLSON QUARTET with BOBBY DURHAM (USA-Svizzera-Italia)

BENNY GOLSON – tenor sax

Massimo Faraò – piano

Aldo Zunino – bass

Bobby Durham – drums

BENNY GOLSON è uno tra i rarissimi musicisti jazz il cui valore come solista è pari alle sue qualità di compositore. Nato a Filadelfia nel ’29 studia pianoforte e poi saxofono, ispirato dal suono di Arnett Cobb; giovanissimo ha occasione di incontrare e suonare con John Coltrane, Jimmy Heath, Philly Joe Jones, Percy Heath, Red Garland e Red Rodney, facendosi conoscere come virtuoso del sax. Contemporaneamente due brani aprono la sua carriera di compositore: Blues Walk e Stablemates, incisi rispettivamente da James Moody e da Miles Davis nel 1955. Nel ’56 si unisce alla big band di Dizzy Gillespie con la quale, dopo un tour in Sud America incide un suo brano intitolato Whisper not, subito trasmesso dalla radio USA. Nel ’57 scrive il suo brano più famoso, per ricordare l’amico Clifford Brown prematuramente scomparso: I remember Clifford, una tra le più belle melodie della storia del jazz. Contemporaneamente suona con Gillespie al Newport Jazz Festival ed incide il primo album come leader, affiancato da Art Farmer, Jimmy Cleveland, Gigi Gryce, Sahib Shihab, Wynton Kelly, Paul Chambers e Charlie Persip. Nel ’58 entra nei Jazz Messengers di Art Blackey con Lee Morgan e Bobby Timmons ed incide nello storico album Moanin’ il suo irresistibile Blues March, destinato a diventare l’emblema e la sigla del gruppo. In seguito incide nuovamente sotto suo nome e fonda con Art Farmer e Curtis Fuller il famosissimo Jazztet; contemporaneamente approfondisce lo studio dell’arrangiamento e della composizione, gettando le basi per la sua futura attività. Nel ’65 infatti si trasferisce ad Hollywood ed inizia una lunga e proficua attività per il cinema e la televisione componendo famosissime colonne sonore, tra cui ricordiamo M*A*S*H*, Mission Impossibile, Room 222, The Partridge Family, Mannix e It Takes A Thief, arrangiando tra l’altro per Connie Francis, Ella Fitzgerald, Nancy Wilson, Sammy Davis jr. e Diana Ross. Nel ’74 riprende a suonare con Freddie Hubbard, Woody Shaw, e Pharoah Sanders, ricostituendo nell’83 il suo Jazztet. Scrive ancora nel ’93 una sinfonia per la Fondazione Guggenheim, il tema del Cosby Show e, nel ’95 riceve il premio Jazz Masters dalla National Endowment of the Arts. Nel recente periodo collabora stabilmente con giovani musicisti come Brandford Marsalis, Harold Ashby, James Carter e con il quartetto con cui è presente in questa manifestazione, comprendente Bobby Durham, uno tra i massimi batteristi contemporanei, già collaboratore di Oscar Peterson, Al Grey, Freddie Hubbard, Dizzy Gillespie, Ray Brown e Joe Pass, e gli italiani Massimo Faraò ed Aldo Zunino .

Al termine dei concerti ogni sera a seguire JAM SESSION presso la ex chiesa di Santa Croce